L’Istituto del Vermouth di Torino si è costituito ufficialmente il 7 aprile 2017 grazie alla volontà di quindici produttori di Vermouth: Berto, Bordiga, Del Professore, Carlo Alberto, Carpano, Chazalettes, Cinzano, Giulio Cocchi, Drapò, Gancia, La Canellese, Martini & Rossi, Giovanni Sperone, Vergnano e Tosti.

L’obiettivo dell’Istituto, quello che ne ha resa inevitabile la formazione, è di valorizzare, promuovere ed elevare la qualità del Vermouth di Torino e la sua diffusione sui mercati globali. Era pertanto inevitabile che Chazalettes, una delle case storiche del Vermouth di Torino attenta a recuperare il passato e la tradizione di questo prodotto, sposasse il progetto con entusiasmo.

L’Istituto del Vermouth di Torino presentato al pubblico a Palazzo Carignano, a Torino.

A meno di tre mesi dalla sua costituzione, l’Istituto, nato per rappresentare il Vermouth di Torino in Italia e nel mondo, organizza al Museo del Risorgimento di Torino un evento per raccontare alla città natale del Vermouth un pezzo importante della sua memoria storica.

La location è una delle più suggestive e storiche di Torino: il Museo del Risorgimento, all’interno di Palazzo Carignano, il primo Parlamento d’Italia. Protagonista dell’incontro è ovviamente il Vermouth, con i suoi oltre tre secoli di storia e cultura del bere raccontati con passione da studiosi ed imprenditori del settore attraverso memorie storiche, aneddoti e curiosità. Finale con grande degustazione delle marche fondatrici dell’Istituto.

Roberto Bava, Presidente dell’Istituto del Vermouth di Torino, dichiara – “Per me è stato un piacere vedere realizzarsi l’Istituto che è certamente una conseguenza della legge, ma anche una rara dimostrazione di come sia possibile unire gli intenti di attori così diversi per dimensione, storia e caratteristiche aziendali per conseguire obiettivi comuni: promozione e salvaguardia di un vero bene collettivo. Vi è uno nuovo spirito collaborativo forse impensabile anni fa. Voglio ringraziare tutte le case produttrici che hanno per prime creduto in questo progetto.”

 

 

 

Questa legge nasce dal basso e non dall’imposizione del legislatore. La Regione, attraverso l’Assessorato all’Agricoltura e con il coinvolgimento degli uffici competenti, ha recepito le esigenze della stragrande maggioranza della produzione e ne ha guidato il percorso insieme alle associazioni di categoria – dichiara l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero -. È il completamento di leggi europee che riconoscevano dal 1991 la denominazione “di Torino”: in mancanza di un apposito regolamento attuativo sulla produzione, vi era il rischio di vedere decadere in completo la protezione. In attesa della trasformazione in legge europea, funzionari da Bruxelles ci hanno fatto sapere che questa legge con la sua documentazione è tra le migliori mai viste sinora.”